Itinerario appagante in un paesaggio incantevole e ricco di storia. Il percorso si snoda da Porta Vescovo al rifugio Padon attraverso le creste della Mesola con magnifica vista su Sella e Marmolada.
Il lago Fedaia col suo specchio azzurro è il punto di partenza ideale per questa escursione di metà Settembre. Lasciata l’auto nei pressi del lago e preparato l’equipaggiamento inizio a inerpicarmi per il sentiero 698 che sale a Porta Vescovo. Il gruppo Padon-Mesola è caratterizzato da roccia di colore scuro che denota l’origine vulcanica e lo differenzia nitidamente dai circostanti gruppi calcarei dolomitici dal classico colore biancorosato. Maggiormente friabile, questa roccia consente alla vegetazione un facile insediamento, soprattutto alle specie prative che coprono i pendii e le conferiscono un aspetto meno selvaggio. Impiego circa 40 minuti per coprire la distanza e arrivo in prossimità del rifugio, praticamente deserto per la data infrasettimanale. A destra rispetto alla direzione di arrivo trovo un sentiero pianeggiante con il quale raggiungo il punto di attacco della ferrata in circa 20 minuti.

Non incontro quasi nessuno lungo la strada, perchè è già mezzogiorno e gli escursionisti hanno sicuramente attaccato la ferrata già qualche ora fa. Arrivato qui, faccio una breve sosta per ristorarmi e indossare l’attrezzatura. Si parte.

Il primo tratto è il più difficile, come di consueto. Sono 30 metri di salita verticale ed esposta, ottimo incentivo ad abbandonare per chi non ha la preparazione necessaria. Salgo su parete liscia tirando sul cavo e procedendo in aderenza con gli scarponi, fino ad una cengia su cui faccio una breve sosta per valutare la posizione.

E’ possibile per un attimo godersi la notevole vista sul versante nord della Marmolada…..ma senza perdere la concentrazione

Oltrepassata la cengia rocciosa mi porto in direzione di uno spigolo particolarmente esposto che supero con una certa cautela perchè qui un errore potrebbe essere fatale. Nervi saldi e moschettoni assicurati sul cavo sono necessari per procedere oltre lo spigolo e affrontare le successive salite con cui termino il primo tratto, essenzialmente il più tecnico ed impegnativo dell’intera ferrata. Questa prima mezz’ora di percorso è stata ostica ma ora sono in posizione decisamente favorevole.

Avendo scavallato sul versante nord mi trovo ora al cospetto del massiccio del Sella in tutta la sua magnificenza. Sul fondovalle intravedo la strada che scendendo dal passo Pordoi porta ad Arabba. Per ora la salita è terminata ed il sentiero procede dapprima in leggera discesa per poi mantenersi in quota seguendo l’andamento della cresta.

Ecco raggiunto il passaggio più caratteristico del percorso, il ponticello sospeso che consente di superare una gola altrimenti difficile da aggirare. Siamo in prossimità della cima Mesola, che raggiungo dopo una breve salita a 2727 metri.

Il percorso in cresta alterna vedute sui versanti nord e sud. La via ferrata è diventata ora un comodo sentiero panoramico con splendida vista sul lago Fedaia. Il bacino artificiale si trova in questa stagione al massimo della quota idrometrica, che calerà da qui in poi fino a raggiungere il minimo alla primavera prossima.
Il percorso diventa ora interessante per gli appassionati di storia. Su queste vette si affrontarono gli eserciti austriaco ed italiano per contentersi il controllo del gruppo del Padon, in posizione strategicamente rilevante. Mentre gli austriaci occupavano la Mesola gli italiani controllavano la Mesolina, dove possiamo ora visitare diverse gallerie e postazioni belliche ben conservate.

La galleria attraversa la cresta fuoriuscendo sul versante opposto. Da una diramazione è ricavato un osservatorio sulla Marmolada.

Il tracciato ora prosegue alternando tratti assicurati a sentieri poco esposti e talvolta a facili roccette per giungere infine alla galleria principale, la cui consistente lunghezza e la mancanza di finestre rende indispensabile l’uso della torcia.

Uscito dalla galleria trovo presto il bivacco Bontadini, luogo ideale per una sosta. Da qui raggiungo in breve rifugio Padon, conclusione della traversata. La giornata è stata perfetta, e anche se lunga e impegnativa questa ferrata resta una delle mie preferite. Con la speranza di poterci tornare presto.
